Lista Civica La Piazza

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La Piazza crede nell’impegno sociale e politico come servizio alla comunità, finalizzato al raggiungimento del bene della collettività. Rifiuta clientelismi e personalismi, si richiama al  senso di responsabilità, indispensabile per costruire un mondo più giusto e più equo. Ritiene che l’unica soluzione alla crisi della politica sia l’impegno attivo per il bene comune, l’ascolto dei bisogni dei cittadini e la ricerca di risposte efficaci e condivise.

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cascina roccafranca Cascina Roccafranca: un esempio di spazio abbandonato, recuperato e restituito alla collettività.

Riprendono giovedì 29 ottobre ottobre gli appuntamenti con i Giovedì de La piazza.

Questa volta parleremo di pianificazione del territorio cittadino: è corretto continuare ad utilizzare il territorio primariamente come merce da vendere per fare cassa con gli oneri di urbanizzazione?

La Piazza ritiene di no e vuole provare a costruire una proposta alternativa con i cittadini, facendoci aiutare da alcuni esperti.

  • VI ASPETTIAMO

    Giovedì 29 ottobre, ore 21:00

    Salone delle Feste – Cascina Roccafranca

    Via Rubino 45, ang. via Gaidano

Insieme a Eugenio Dragoni, Roberto Fraternali, Paolo Ghisleni ed altri esperti parleremo di:

  • Utilizzo e riutilizzo di spazi ed edifici inutilizzati e/o considerati “beni comuni”
  • Uso ed abuso del territorio a fini monetari
  • Coinvolgimento e consultazione dei cittadini sulle scelte strategiche
  • Torino, Smart city
  • … ed altri temi che vorrete proporre nel corso della serata

Dopo la serata verrà attivato un “tavolo virtuale” con tutti gli interessati, per continuare a discutere del tema con l’obiettivo di costruire insieme il programma de La Piazza sul tema urbanistico.



Consumo responsabile a Torino. Da dove (ri)partire? Serata  ricca di contenuti, con contributi qualificati da parte di esponenti di Bilanci di Giustizia, GAS Torino, Movimento Decrescita Felice e Comitato Acqua Pubblica. Ecco in sintesi quanto emerso:

1) Essenziale formare la cittadinanza alla dimensione sociale del consumo, creando una “coscienza del consumo responsabile”: un acquisto ha conseguenze per l’altro e per la comunità, ed è un modo di intervenire nella logica del bene comune;

2) Scopo delle istituzioni deve essere favorire la diffusione di buone pratiche di consumo responsabile, quanto meno non ostacolandole, senza sostituirsi ai cittadini. Come? a. Creando spazi e opportunità nei luoghi di aggregazione (es. case di quartiere); b. Facilitando la costruzione di filiere e reti (es. Distretti di Economia Solidale); c. Intervenendo direttamente tramite la leva degli acquisti pubblici (es. Acquisti Pubblici Ecologici)

3) Il consumo dei beni essenziali (comuni) deve restare fuori dalle logiche del mercato. Il mercato deve comunque essere regolamentato in tutti quei casi dove sono in gioco interessi pubblici o di altra natura (acqua o altre risorse fondamentali)

4) E’ necessario un controllo maggiore sulla grande distribuzione, superando la logica del solo contrasto che nei fatti è impossibile. Il controllo permette di fare emergere l’effettivo costo e qualità di un prodotto lungo tutta la sua filiera (inclusi i costi sociali), ribaltando il principio del prezzo come unico criterio

5) L’orticoltura urbana, oltre che costituire un’alternativa di produzione e consumo sostenibile, può essere un mezzo di aggregazione e di formazione della comunità, da favorire per adeguare lo stile di vita sociale ad una maggior attenzione ai temi legati alla natura e al suo sfruttamento.



“La scuola non è terreno su cui fare  tagli di bilancio” è il principio intorno alla quale si è svolta la serata sulla scuola del 21 maggio. Grazie agli spunti di Silvia Bodoardo, già presidente del COOGEN, si sono poste solide basi su cui fare elaborazioni. Eccone alcuni flash.

- Una scuola che sperimenta un nuovo patto educativo tra insegnanti, genitori, dirigenti e alunni: il patto del NO-VOTO. Attraverso il ritorno al giudizio al posto del freddo voto numerico, per tutto l'anno si ragiona sui progressi del bambino, sia con lui che con la famiglia. Poi la legge impone il voto numerico in pagella e va rispettata.

- Nidi e privatizzazioni: solo a Torino il nido fa parte del "sistema educativo", un’eccellenza che va mantenuta. L'esperienza di privatizzazione in atto ha dimostrato, dati alla mano, che i parametri di qualità sono calati drasticamente, ad es. da un educatore su 6 bambini nel nido "pubblico" a 1 su 10. O si fanno rispettare criteri stringenti, oppure meglio rimanere nell'alveo pubblico.

- I fondi stanziati per le scuole private sottraggono risorse a quelle pubbliche. Attenzione alla distinzione paritarie-private: le materne comunali sono paritarie ma pur sempre pubbliche; le scuole private invece sono per la maggior parte confessionali, cattoliche. Con buona pace della laicità.

- Edilizia scolastica: a volte ristrutturazioni appena fatte devono essere rifatte, a causa degli appalti al massimo ribasso. I dirigenti segnalano in continuazione interventi necessari alla messa in sicurezza delle strutture, ma il Comune interviene con tempi dettati dagli appalti di manutenzione, banditi quando ci sono fondi a disposizione.

- Strutture di sostegno e supporto: nelle materne una volta c'era il pedagogista, lo psicologo, ecc... una serie di figure che riuscivano a cogliere nei bambini segnali di disagio e magari risolverli prima di arrivare alle elementari. Ora questo non c'è più e tutto viene lasciato alle elementari.



giovedi2304Incontro molto interessante e partecipato, ci ha permesso di fare varie riflessioni sul tema delle grandi opere pubbliche, uno dei più rilevanti per una città in trasformazione come Torino.

Il confronto è partito da uno dei capisaldi delle linee guida della Piazza Metropolitana: “Le sole grandi opere sono quelle che servono alla collettività”. L’esperienza condotta dal 2011 ad oggi ci ha dimostrato che tale affermazione, di per sé scontata, nei fatti spesso non lo è. Basti pensare ad alcune vicende: dal Parco Tematico Ambientale ai box di Via Boston, dalle pedonalizzazioni alle varie trasformazioni urbanistiche di carattere residenziale sul nostro territorio.

L’analisi di tali esempi ci porta a concludere che si tratta di interventi pensati e realizzati per interessi di bilancio o, peggio. di privati, ma quasi mai per gli interessi della collettività.

Lo scambio tra i presenti ha permesso di individuare alcuni aspetti di un corretto approccio agli interventi urbanistici:

- ripensare la funzione dei diritti edificatori e degli oneri di urbanizzazione, ormai utilizzati per finanziare importanti quote della spesa corrente delle amministrazioni, principale causa dell’urbanizzazione selvaggia di ampie porzioni della nostra città;

- ripartire dall’analisi e dalla riqualificazione dell’esistente (Torino ha circa 35.000 abitazioni non utilizzate), con l’obiettivo di limitare il consumo di suolo a vantaggio degli spazi per la collettività;

- operare sull’integrazione dell’offerta di servizi per la mobilità sostenibile, piuttosto che su costose opere infrastrutturali.

Particolarmente calzante è stata l’esperienza presentata da Pro Natura e CIAO Aurora relativa alle trasformazioni in corso nella parte Nord di Torino, con riferimento al progetto alternativo di Pro Natura per la linea 2 della Metropolitana: potenziare l’esistente linea ferroviaria Torino-Ceres. L’Associazione ha dimostrato i vantaggi economici, urbanistici e di mobilità che si realizzerebbero rispetto all’attuale progetto di realizzazione del tunnel sotto C.so Grosseto.



 

TorinoReteLibri ha promosso una petizione, indirizzata ai ministri Giannini e Franceschini e al premier Renzi, che chiede, in sintesi:

1) il potenziamento e lo sviluppo di biblioteche scolastiche innovative per tutte le scuole d’Italia;

2) la presenza stabile in ogni scuola del bibliotecario scolastico, come nella maggior parte degli altri Paesi europei;

3) il reperimento di risorse finanziarie annuali per ogni scuola (per acquisto libri e altre risorse a stampa e digitali; per le tecnologie necessarie; per il miglioramento degli spazi della biblioteca scolastica, accoglienza, comfort, sicurezza, ambiente stimolante e accogliente; per attività permanenti di promozione alla lettura per studenti e famiglie);

4) l’approvazione di una legge che stabilisca e definisca il ruolo della biblioteca scolastica e del bibliotecario scolastico e il loro rapporto con i servizi bibliotecari di pubblica lettura presenti sul territorio.

La Piazza sostiene questa iniziativa.

Ulteriori informazioni sul sito di TorinoReteLibri



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